Dalle Iene alla Class Action: la triste parabola di Sixthcontinent

SixthContinent è (o era) un sito di social shopping che aveva una missione piuttosto alta: raddoppiare il potere di acquisto delle persone. Una piattaforma innovativa, molto diversa dai classici siti di cashback. Il suo modello unico permetteva di acquistare molti voucher e carte regalo con uno sconto fino al 50%.  Online ormai da diversi anni, la notorietà di questo progetto è cresciuta in modo costante e sembrava essere il paradiso dei consumatori, tanto da conquistarsi un servizio delle Iene. Col tempo sono state aggiunte numerose funzioni, tra le quali il pagamento dei bollettini postali (con il 50% di sconto). SXC donava un piccolo credito giornaliero agli utenti, i quali potevano usarlo per acquistare le carte preferite e scalare il credito dal costo della card. Ogni acquisto inoltre permetteva di accumulare un nuovo credito sotto forma di cashback, spendibile nell’acquisto successivo. Puoi leggere la nostra recensione del vecchio Sixthcontinent cliccando qui. Vecchia, appunto, perché molte cose sono cambiate e il mondo di Sixthcontinent si sta lentamente trasformando in un inferno di tribunali. 

COSA E’ GRADUALMENTE CAMBIATO?

Ogni società ha la sua storia e spesso la vita di una società ha dei risvolti imprevedibili  e talvolta tragici, che spesso la conducono alla morte. Sixthcontinent nasce come un sogno, il desiderio di creare qualcosa di unico che offrisse seri vantaggi a tutti gli utilizzatori. E c’era presumibilmente tutta la buona fede possibile nel farlo. Purtroppo le cose hanno iniziato ad incrinarsi e non solo SXC non offre più vantaggi, ma ha iniziato a muoversi in un terreno molto pericoloso e oscuro. 

Ad un certo punto della storia di Sixthcontinent sono iniziati ad arrivare cambiamenti su cambiamenti ai termini di servizio. Un vecchio saggio del mondo del calcio diceva sempre “squadra che vince non si cambia” e di certo il cambiamento, quando frequente, non è mai un buon segno. Può capitare che a un certo punto un’azienda debba effettuare delle drastiche  virate, ma i cambi devono avere una visione oculata e lungimirante e soprattutto dare una svolta. Forse, dietro gli squilli di tromba di Sixthcontinent (tra cui un crowdfunding da 3 milioni di euro), venivano nascosti dei problemi molto grossi al quale non si è saputo porre rimedio con i cambiamenti. E i cambiamenti hanno portato a nuovi cambiamenti e, ogni volta, accompagnandosi ad un peggioramento della vita della community.

Dapprima furono le odiate “card sponsorizzate” a creare scompiglio, ovvero card di aziende secondarie che costituivano un acquisto vincolante per poter accedere alle card di brand famosi. Le card sponsorizzate, non sempre utili e con un costo dei prodotti spesso sopra la norma, sono state il primo segno di malcontento. Intanto il servizio PAGAMENO, che dava la possibilità di pagare bollettini postali risparmiando su bollette, affitti e tasse universitarie, non funzionava a dovere e le eterne promesse di stabilizzazione del servizio non sono mai state mantenute. Successivamente sono arrivati gli account premium, che dovevano essere una fonte di privilegi in più e si sono forse trasformate in un crowdfunding occulto senza una vera e propria utilità. 

A tenere banco per molti mesi sono state infine le CARD SXC, delle speciali card con attivazione posticipata, che consentivano di acquistare crediti in anticipo ad un prezzo ridotto e spesso divenute inutilizzabili, a causa del cambio dei termini quando arrivava il periodo della fatidica attivazione. Ultimo e non meno spinoso cambiamento, l’introduzione dei SXC TICKET, una nuova tipologia di credito con cui acquistare l’ambiziosa Card di Amazon con il 100% del saldo: unico e non piccolo problema, la necessità di pagare un account premium da €400 annui per poter convertire i propri crediti nei nuovi SXC TICKET. 

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Il grande sogno del risparmio si è lentamente trasformato in spesa in più e neanche utilizzabile: attualmente infatti la piattaforma consente di risparmiare qualche centesimo dagli acquisti, invece del tanto osannato 50% del prezzo di acquisto, dunque molti utenti si ritrovano con saldi importanti inutilizzabili.

 

 

LE CARD INATTIVE, I CREDITI SCOMPARSI, IL RIFIUTO DEI FORNITORI

Ai cambiamenti elencati sono iniziati ad affiancarsi alcuni disservizi non di poco conto. Negli ultimi mesi sono in molti a recriminare la non attivazione delle card acquistate. L’atteggiamento del team di Sixthcontinent nella gestione delle lamentele è stato alquanto discutibile: “chi si lamenta, viene bannato! Se vuoi stare dentro, devi parlare bene, altrimenti sei fuori”. Non è certo quello che ci si aspetta da un’azienda seria, specialmente quando le lamentele sono legittime. Il servizio di assistenza è diventato sempre più lento e latitante e le voci negative hanno iniziato a moltiplicarsi. TrustPilot addirittura ha dovuto aggiungere una nota alla pagina dell’azienda, in cui specifica che le recensioni a Sixthcontinent potrebbero non essere genuine, primo perché l’azienda minaccia ritorsioni verso chi critica, secondo perché invita forzatamente i suoi iscritti a scrivere recensioni positive. 

Una regola spinosa: la perdita del credito. Tra le regole di Sixthcontinent c’è quella di perdere il proprio credito se non si effettua alcun acquisto mensile. Una regola che può sembrare legittima e lo è certamente per quanto riguarda il credito regalato dalla piattaforma, un po’ meno se il credito perduto è quello pagato e acquistato profumatamente con l’acquisto di SXC Card. Alcuni utenti lamentano la perdita di migliaia di euro spesi (di credito acquistato, non regalato!) e molti dei quali recriminando disservizi della piattaforma rea di rigettare gli acquisti, tanto da spingere gli utenti a credere che si tratti di un disservizio in malafede. Anche in questa circostanza la gestione delle lamentele non è stata impeccabile, con risposte arroganti, minacce di ritorsioni o risposte tardive e lacunose. 

Un’altra bega arriva dal fronte dei fornitori: molti negozianti hanno iniziato a rifiutare le card acquistate su Sixthcontinent, lamentando il fatto che non gli venissero saldate le somme dovute.

 

L’INTERVENTO DELL’ANTITRUST E LA CLASS ACTION

Un caos che non è passato inosservato. I continui problemi e la gestione non certo eccelsa delle lamentele, la perdita di svariati migliaia di euro degli utenti, ha messo in stato di allerta diverse associazioni dei consumatori e fatto scomodare persino l’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) portando prima all’avviamento di un provvedimento cautelare nei confronti di Sixthcontinent e successivamente emettendo un  procedimento di inottemperanza delle misure cautelari imposte dal garante, che chiedeva il blocco della sospensione degli account senza una precisa motivazione, il rimborso di quanto versato e l’astensione dal limitare l’utilizzo di shopping card già acquistate. Per maggiori informazioni leggi il comunicato dell’Agcm.

Anche le associazioni dei consumatori (tra cui Altroconsumo) si muovono contro Sixthcontinent e le promesse mancate, denunciando Sixthcontinent di utilizzare pratiche commerciali scorrette. Intanto è partita la Class Action contro la società, sostenuta e promossa da Aeci, Codici, Konsumer e Aiace, che mira all’ottenimento del credito maturato dai consumatori. Se sei parte lesa, puoi aderire alla Class Action qui.

 

Un progetto promettente insomma, ma che rischia una fine ingloriosa, in cui in molti hanno creduto e che per molto tempo ha dato quanto promesso. La nostra esperienza è stata abbastanza buona per un buon periodo di tempo, sebbene non siamo mai stati “utenti investitori” e, sebbene molte delle nostre spese passassero da Sixthcontinent, ci siamo sempre limitati ad acquistare ciò di cui veramente avevamo bisogno. La disaffezione è iniziata con i primi obblighi, non amando e non credendo negli acquisti obbligati. Probabilmente ci saremmo semplicemente dimenticati di Sixthcontinent se le cose non avessero gradualmente preso una piega tragica e inaspettata, iniziando a giocare su quel filo sottile che separa il commercio dalla truffa. 

 

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>>> Sixthcontinent: sogno o incubo?

 

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4 Commenti on “Dalle Iene alla Class Action: la triste parabola di Sixthcontinent

  1. Condivido tutto.
    La mia fortuna è stata di dubitare ai primi segni: ho cominciato a fare il nuovo acquisto solo dopo la consegna della carta già pagata.
    Infatti oggi mi ritrovo con un’unica carta non consegnata (12,50 euro pagati molti mesi fa) e una marea di punti ormai inutili.
    Periodicamente apro ticket (a cui non viene data risposta).
    Fino a qualche tempo fa ogni tanto li cancellavano in blocco, ora neanche quello. Evidentemente anche gli stagisti (le varie “Giulia”, “Monica” etc), hanno percepito il marcio e se ne sono andati.

    Che brutta fine…

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